Questo è il primo articolo che approfondisce la rimozione del truciolo. Nel secondo articolo ci concentriamo sulle varie lavorazioni che producono trucioli.
Le operazioni di truciolatura sono il cuore della tecnologia meccanica, si innovano al passo con l’evoluzione tecnologica e scientifica
Con la lavorazione a truciolo si intendono tutti i processi manuali o automatizzati dove il materiale è soggetto a modifiche di forma. Queste ultime vengono eseguite da uno strumento che sottrae materiale: per questo motivo i processi di asportazione sono definiti tecnologia sottrattiva.
I processi di rimozione dei trucioli consentono di ottenere gradi di finitura superficiale e precisione dimensionale conformi alle specifiche tecniche più stringenti, soprattutto quando la forma è complessa.
Sono diverse le variabili che influenzano questi processi:
- lo strumento (forma e materiale);
- i parametri tecnologici (velocità di taglio, velocità di avanzamento e profondità di passata);
- la gestione del refrigerante (qualità, grado di pulizia e pressione), la macchina utensile e il materiale per essere lavorato.
Le operazioni di rimozione dei trucioli possono essere suddivise in due macro-famiglie: quelle per l’implementazione di pezzi con forme assiali-simmetriche, cioè con simmetria rotazionale, e quelli per produrre qualsiasi forma, anche molto complessa. Indipendentemente dal processo, le fasi di lavorazione prevedono operazioni di sgrossatura, con la rimozione di grandi volumi di materiale e processi di finitura per raggiungere le specifiche del progetto. Le operazioni aggiuntive di semi-finitura e super-finitura possono essere necessarie solo in casi particolari.
L’evoluzione della rimozione del truciolo
La rimozione del truciolo ha avuto varie fasi evolutive. Come è facile immaginare, solo da qualche decennio la tecnologia meccanica supporta questa fase, soggetta a continue innovazioni proposte e sviluppate dalle stesse aziende dalla forte richiesta di competitività.
I centri di lavoro, macchine utensili estremamente versatili, sono oggi in grado di eseguire diversi tipi di lavorazione senza doversi così rivolgere ad un parco macchine composito. La scelta tra un centro di lavoro e una macchina utensile è basata sul tipo di produzione (complessità, quantità di pezzi, precisione, ecc.). Oggi ci si dirige verso evoluzioni di HSM – lavorazione ad alta velocità, che garantiscono sempre più risparmio di produttività. Le macchine utensili adatte a un tipo di tecnologia devono avere un mandrino rigido e preciso, sistemi di avanzamento rapido, operazioni frequenti, area di lavorazione pulita con lo smaltimento truciolo molto rapido.
La lavorazione criogenica potrebbe essere lo standard del prossimo futuro, rappresenta ancora una novità e questi processi sono ancora in fase di studio. Nascono dall’esigenza di ridurre l’impatto ambientale connesso ai refrigeranti (Azoto liquido o CO2). Le lavorazioni standard iniziano ad essere affiancate da quelle non convenzionali. Ultrasuoni e laser, oggi possono essere integrate nella stessa macchina, definita ibrida.